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LAPRIMAVERA

LE TRE POSIZIONI DEL PD SUL TESTAMENTO BIOLOGICO

24 Febbraio 2009 , Scritto da cesare pisano Con tag #POLITICA

Il Partito Democratico alla prova, subito dopo la nomina a segretario di Dario Franceschini, su un tema scottante, che alza il confronto tra cattolici, maggioranza laica e la posizione neutrale di Rutelli.

La maggiorenza laica del Partito appoggia l'emendamento di Anna Finocchiaro a firma di Luigi Zanda, Nicola Latorre, Fiorenza Bassoli, Daniele Bosone, Franca Chiaromonte, Lionello Cosentino, Leopoldo Di Girolamo, Ignazio Marino, Donatella Poretti.

Su La Repubblica on line si legge:

 
Questa posiziona espressa condivide il diritto di vita del paziente alla nutrizione ed all'idratazione, sfruttando i mezzi che la tecnica assicura, per sostenerlo in vita i tutte le fasi della sua vita.

Ma, seguendo l'articolo 32 della Costituzione, al secondo comma, è previsto ed ammesso, come fatto di caso eccezionale, che alimentazione ed idratazione possano essere interrotti, se sono oggetto della dichiarazione anticipata di trattamento.

Questo emendamento di Anna Finocchiaro rappresenta la maggioranza laica del Partito e la posizione ufficiale, da sostenere in Parlamento.

La materia Testamento biologico non è un tema che possa passare al di là di delle coscience di ciascuno.

E' il tema della coscienza; che impegna valori e convinzioni, morale ed etica personali.

Secondo me, quindi, il senso della laicità del Partito va sostenuto e condiviso, nel rispetto di quanti non si sentono pronti per un atto di consapevolezza personale, a sostenere l'emendamento della maggioranza.

Sul decreto-legge Calabrò, la senatrice cattolica Dorina Bianchi, capogruppo nella Commissione sanità, in sostituzione di Ignazio Marini, vicina a Fioroni, ha espresso il suo diniego alla firma; il suo rifiuto verso un'idea che non condivide, in attesa, forse, di una mediazione più vicina alle sue idee.

Alla posizione della seatrice Bianchi, fa eco quella di Rutelli, che ha proposto il suo terzo emendamento:

" alimentazione e idratazione sono forme di sostegno vitale e sono fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono quindi essere oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento. Nelle fasi terminali della vita o qualora il soggetto sia minore o incapace di intendere e di volere, la loro modulazione e la via di somministrazione, da commisurarsi alle aspettative di sopravvivenza, alle condizioni del paziente e alla necessità di non dar corso ad accanimento terapeutico, debbono essere il frutto di una interazione e comune di valutazione tra il medico curante, cui spetta la decisione finale, l'eventuale fiduciario e i familiari ".

E' ammesso che singolarmente i vari parlamentari possano presentare un loro emendamento.

La posizione di Rutelli ha la pretesa di mediare la soluzione; infatti, prevede, nelle situazioni da lui indicate, la necessità di non dar corso all'accanimento terapeutico, attivando una interazione ed una valutazione tra il medico curante, a cui spetterebbe, comunque, la decisione finale, ed il fiduciario eventuale, ovvero i familiari.

Io, personalmente non mi scandalizzo; reputo normale, visto l'argomento, che la libera coscienza possa, nei suoi tentennamenti, addivenire a soluzioni molto discutibili od, addirittura, al rifiuto della firma, come nel caso della senatrice Bianchi.

Certamente, i media, oggi, scriveranno di ennensimi conflitti, di spaccature, di riunioni chiarificatrici, da parte di Franceschini, etc..

Non si tratta di spaccatura, ma di dialettica; di coscienze che reagiscono in maniera differente; di etiche e morali che non si piegano alle direttive di partito.

Ma, fatta salva la libertà di cosciena, resta il fatto che un politico deve essere giudicto per le responsabilità di cui si fa carico.

La senatrice Bianchi presiede il gruppo PD e, come tale, dovrebbe scindere la sua coscienza dal politico responsabile, in quanto espressione e rappresentante il gruppo politico e la volontà maggioritaria del Partito.

Se non adempie il suo incarico, frena l'azione politica del gruppo, all'interno del quale spicca una diversa coscienza.

Il nodo è questo; la libertà di coscienza che stride con la ragione espressa e la logica, tutta laica, del Partito.

Devo ammettere, quindi, che la nomina della Bianchi si pone come un errore, perchè già prima erano conosciute le sue dichiarazioni sul tema specifico.

La nomina, in sostituzione di Marino, allora, che senso ha?

E' un errore di valutazione politica o che cosa?

E sappiamo che Ignazio Marino era d'accordo con la formula presentata dalla Finocchiaro.

La posizione di Rutelli, che non ha una specifica responsabilità in questo iter legislativo, è un pò strana e molto personalistica ed offre lo spunto per una discussione parlamentare, che non troverà adepti, visto che la maggioranza laica del PD si è già espressa e la maggioranza di governo appoggia, all'unisono, la sua proposta.

Cosa resta, allora, di questi fatti che si mostrano agli occhi ed allo sguardo avversario come scontri, incomprensioni ed altro?

Resta l'immagine di una mancata coesione, di anime diverse, che non si potranno incontare, almeno, su certi temi. 

Ma, è così e sarà così? Sono anime che non si potranno mai incontrare?

Questa sarà la sfida in seno al Partito Democratico.

Una sfida lunga, fatta di scontri interni, dibattiti, discussioni..

Una forzatura ed una messa alla prova della democrazia, come vita del partito; un campo ove la crescita democratica si dovrà misurare con tutte le anime presenti e, non solo in questo tema di etica e morale.

Ci saranno altri campi, altri temi; ed il dibattito politico diventerà più forte; ma, tutto interno.

Il carattere aperto, laico, riformista e democratico passerà per questa strada; e tutto l'arco rappresentativo dai social-democratici ai liberal-demoratici; dalla sinistra del Partito al centro destra, l'amalgama sui temi sarà sempre difficoltosa; su qualunque tema di politica interna ed internazionale, le visioni saranno sempre diverse; e la sfida è aperta; una sfida che se terrà in vita il Partito significherà avere imparato la lezione storica della democrazia dialogata e dibattuta, fatta di parole, di accordi e di condivisioni; ma, anche, fatta di momenti in cui la ragione del Partito possa essere superiore e vincente, contro posizini disgreganti.

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B
Non si discute la liberta' dei rappresentanti di esprimere e presentare i propri punti di vista all interno del PD. La "dialettica" e' proprio questa ed e' un valore irrinunciabile all interno di un partito serio. Quello che manca al PD (ed e' proprio questo che i giornali e molti elettori del PD contestano) e' la "sintesi". Detto in termini pratici: il partito collegialmente decide a maggioranza una posizione dopo una sana dialettica e la sintetizza in una posizione comune da rappresentare in parlamento. Se no si rispetta questa sintesi, sono inutili i partiti ed ognuno fa corsa a se.
Rispondi
C
<br /> Lo so che al Pd manca la sintesi, nel senso che la decisione finale, quale arrivo di una discussione dibttuta, si apoi seguita ed attuata all'unanimità, soprattutto dai gruppi o dai capi gruppo.<br /> nQui il problem è diverso; c'è in atto uno scontro ideoloico tra due coscienze; da un lato la libera coscienza dei cattolici e dall'altro quella dei laici.<br /> Ed in questo momento non è questione di sintesi, ma di coscienza politica e di ragione politica di partito; ma, ch esenso ha l presenza di tre emendamenti? Ci ridono in faccia. Vedremo? C'è tempo<br /> fino ad ottobre; ma, già dopo le europee avremo più elementi di valutazione. Due anime all'interno di un partito ferme ai loro principi non va bene per la moltitudine della base PD. A risentirci;<br /> buona giornata.<br /> <br /> <br />