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LAPRIMAVERA

DALLA VITTORIA ALLE AMMINISTRATIVE DI TRENTO ALLA DIVERSITA’ DI PENSIERO TRA IL PRESIDENTE FINI ED IL MINISTRO MARONI

5 Maggio 2009 , Scritto da cesare pisano Con tag #POLITICA


Nelle elezioni amministrative a sindaco di Trento è stata netta la vittoria della coalizione intorno al Partito Democratico, che sosteneva Alessandro Andreatta; infatti ,  Pd, Upt, Idv, Udc, Verdi, Socialisti democratici hanno battuto Pino Morandini del Pdl, ottenendo il 64,42% contro il 20,64% di Pino Morandini del Pdl.

Il Pd ha quasi il 30% dei consensi, il Pdl quasi il 12% e la Lega il 7,60.

 Il Partito Democratico consegue una vittoria netta ed importantissima, in queste amministrative, che va contro tutti coloro che pensavano che il partito di maggioranza avesse, ancora una volta, potuto distruggere nei risultati dell’urna, il PD.

La coalizione a supporto della vittoria di Andreatta ha un significato enorme; i partiti riformisti, se uniti nel programma e nella condivisione dei contenuti, sono molto più convincenti delle destre ed attirano le speranze di quanti credono in un cambiamento reale, condiviso da tutta la popolazione.

Sconfitti escono la Lega ed il PDL; segno che negli spazi del nord la popolazione attende una diversa politica, per aderire in massa al riformismo espresso dal Partito Democratico e da coloro che ne condividono i contenuti.

E non è vero che la maggioranza di governo gode nel suo interno di una uniformità di consensi nelle varie proposte di legge.

Dalle pagine della Repubblica si può leggere, oggi, il contrasto tra il Presidente Fini e il ministro Maroni, su alcuni punti del pacchetto sicurezza.

La materia riguarda un punto essenziale che vieterebbe ai figli dei clandestini l’iscrizione scolastica e la loro formazione, da parte delle Istituzioni pubbliche, per il divieto di frequentare le scuole pubbliche in quanto clandestini; però, gli stessi clandestini, hanno la possibilità di ricevere le cure, in caso di malattia., in quanto è caduto definitivamente il divieto , da parte del medico, della denuncia.

Infatti, ecco pensiero del Presidente Fini, da come si legge su La Repubblicani di oggi, rivolgendosi al ministro Maroni:

"Ti faccio presente che la disposizione, se da un lato consente agli stranieri, anche se privi del permesso di soggiorno, di accedere alle prestazioni sanitarie pone a questi ultimi dei limiti in ordine all’accesso a pubblici servizi, anche nel caso in cui i medesimi servizi rivestano carattere essenziale. La disposizione, infatti, subordinando la fruizione di pubblici servizi alla presentazione di 'documenti inerenti al soggiorno presso gli uffici della nostra amministrazione , impedisce che di questi servizi possano godere gli stranieri privi dei predetti documenti". Da questo sorge un problema di compatibilità con altre norme. "Un solo esempio delle conseguenze che ne deriverebbero: ai minori stranieri verrebbe negata l'iscrizione alla scuola dell'obbligo ed il conseguente diritto all'istruzione che è attualmente tutelato, indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani". 

Questa dichiarazione di Fini, uno dei massimi esponenti del centro destra è in aperta contraddizione con il progetto della Lega del ministro Maroni di intendere la risoluzione delle varie problematiche, in termini di rigidità interpretativa, con l’obiettivo di non considerare le varie esigenze di chi, momentaneamente, si trova in condizioni sociali di precarietà.

Il clandestino da un lato può essere curato, perché la salute riveste carattere essenziale per la vita; dall’altro si fa divieto di fruizione dei pubblici servizi in materia di formazione ed istruzione scolastica, dei loro figli, superando il concetto che, anche, la formazione dei giovani fa parte e riveste un carattere di essenzialità.

La clandestinità nella situazione storica attuale non è il frutto di una scelta ponderata da parte dell’immigrato, ma una sua fuga da una situazione sociale e politica che per lui significa sicura morte sociale; una fuga per tentare di riprendersi la dignità, la cui offesa risale alla sua nascita.

Questo fenomeno non investe solo l’Italia, ma tutta l’Europa e va trattato in termini di solidarietà umana, e non in  termini di repressione del fenomeno, nell’esclusione di qualunque forma di analisi, ma seguendo i criteri dell’odio e della paura.

Stridori e conflitti interni di sostanza e contenuto, che riflettono la differenza tra le diverse parti, all’interno delle destre al governo; una delle tante fessure entro cui dovrà incunearsi il Partito Democratico, per intaccare una politica, che scontenta continuamente e che non trova, in nessuna circostanza, condivisioni e pareri favorevoli, nella maggioranza del popolo, se non n quella parte di popolo più sensibile alla paura ed all’odio, contro coloro che lottano per sopravvivere.

Ed, anche, in materia di referendum scorgo una discrepanza tra la lega, orientata a dirigere il voto verso il no; ed il PDL orientato, per volontà del suo Capo indiscusso, al si:la grande paura di sparire dalla scena politica è una discrepanza seria.


pubblicato in: 

http://www.leftlab.info/

http://www.kligg.org/upcoming.php

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