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LAPRIMAVERA

SI POSSONO NEGARE SHOA E CAMPI DI CONCENTRAMENTO?

8 Ottobre 2010 , Scritto da cesare pisano Con tag #POLITICA

Di Cesare Pisano

Depardon2copy-copia-1.jpgCertamente, c’è chi crede che questo possa essere pensato ed insegnato, addirittura, nelle università, come è accaduto al prof Moffa,  il 25 settembre, nella facoltà di scienze politiche, a Teramo, ove impartisce l'ultima lezione del master "Enrico Mattei in vicino e Medio Oriente", di cui è il coordinatore.

La posizione negazionista di alcuni intellettuali si scontra con i fatti della Storia e con le sue verità, ma, soprattutto, con l’ideologia, che è la chiave interpretativa del movimento politico nazista-hitleriano e di quanti cedettero in esso.

Il negazionismo è finalizzato alla cancellazione dei fatti, ad un loro ridimensionamento tendente alla negazione di quanto la Storia ci ha tramandato.

Nel caso della Shoa esso tende a negare, ovvero, a ridimensionare al massimo tutti gli eventi negativi e le idee di giustizia che nascono da una tragedia che ha nel suo bilancio negativo la morte di milioni di ebrei tra bambini vecchi ed adulti, di  ambo i sessi; in modo indiscriminato, come conseguenza della soluzione finale.

Negare i fatti, aggrappandosi a presunte mancanze di documenti, che attestino la decisione sulla soluzione finale, che traduceva tutti i campi di internamento e di lavori forzati in lager di morte, assume il senso di volere negare una realtà, che ha colpito milioni di persone; esistono documenti, scritti, video girati da gerarchi e da ufficiali nei lager; esistono prove documentate da foto, e da video su sevizie ed interventi chirurgici di presunti scienziati-dottori nazisti dai nomi famosi, Rascher, Clauberg, Schumann, Mengele, che portavano a termine i loro progetti di esperimento su cavie umane; esistono testimonianze rese dai superstiti, che in tanti hanno avuto la fortuna di uscire vivi, ma, non indenni dai lager, considerati famigerati, perche’ finalizzati alla morte di quanti ne entravano.

Basti leggere “ Se questo è un uomo “ di Primo Levi .

E costoro che, giornalmente, venivano smistati nei lager, erano rastrellati in modo violento e con l’aiuto dei tanti delatori disumani, che per un nulla vendevano le proprie anime a  coloro, che, annientati ed azzerati dalle loro uniforme naziste, credevano di potere passare impunemente la loro esistenza di killer e di assassini legalizzati.

Hitler aveva compreso benissimo che occorreva eliminare la razza ebraica perché deteneva la ricchezza, attraverso le imprese, il commercio e le banche; aveva capito che non poteva affermare la superiorità della presunta razza ariana, come superiore a tutte le altre, fino a quando non avrebbe eliminato l’unica razza, che, per antico Testamento, era considerata l’eletta da Dio; aveva capito che per ridare lustro al popolo tedesco ed evitare che ricorressero ai direttori di banca ebrei, per avere il credito, avrebbe dovuto eliminarli dalla Germania e da tutto  il territorio futuro conquistato, attraverso l’attuazione dell’ideologia del Pangermanesimo, che costituiva la politica di espansione nazista, che inglobava tutti i tedeschi di razza ariana, nella Germania.

L’ariano avrebbe dovuto chiedere denaro non ad un ebreo, che significava sottomissione, ma, ad un altro tedesco-ariano; ad un suo pari.

Di conseguenza, lo stesso territorio ove stanziavano ariani, al di fuori della Germania, anche, se abitanti e residenti di Stati diversi da quello germanico, doveva essere occupato ed inglobato dallo Stato tedesco, il Reich, solo per permettere ai cittadini ariani di non essere stranieri di un altro Stato, ma, di vivere sul territorio tedesco.

Lo Stato nazista, con un’operazione detta anschluss, avrebbe occupato lo spazio straniero, per trasferirlo sotto il suo potere e permettere ai cittadini ariani di sapersi cittadini tedeschi.

Questa logica costituisce una delle ideologie naziste, la cui conseguenza fu l’espansionismo e la guerra di occupazione; il tutto per l’affermazione, nel mondo, del nazismo, che avrebbe dovuto garantire l’esistenza felice degli ariani, popolo eletto e superiore per natura, che avrebbe vissuto alle spalle degli altri popoli, considerati imperfetti e degni di lavorare per il Terzo Reich.

Naturalmente, il mondo sarebbe stato diviso in tre aree di potere politico affidato Nazismo, al Fascismo italiano ed a quello nipponico.

Da questa logica prende vita il piano politico-militare-sociale-sconomico per la realizzazione dell’ideale nazista.

La conquista del mondo poteva avvenire, solo, dopo che la ricchezza e la produttività ed i commerci degli ebrei fossero passati allo Stato nazista.

E’ nei contenuti del sistema ideologico, che si fonda sulla presunta razza Ariana e della sua superiorità, che si sviluppa la logica aberrante del lager, come struttura idonea alla eliminazione sistematica degli israeliti.

Il problema era come riuscire ad eliminare gli oltre sei milioni di ebrei; cosa di non facile attuazione, sia per gli uomini, sia per i mezzi, sia per la sepoltura dei milioni di morti.

Fu allo scoppio della guerra che i Campi di lavoro degli internati si tramutarono, per ordine statale, in campi di morte.

Sulla vita e sulla morte dei tanti che ebbero la sfortuna di essere internati esistono foto, documenti, e video; le strutture sono state conservate e sono diventate museo, per ricordare all’uomo ove si può spingere il male, che nell’uomo  si annida.

Il negazionismo è il tentativo di quanti credono di potere annientare le tante prove e le stesse strutture, come i forni e le camere a gas, dal cui tetto si possono vedere i fori da cui veniva calato il veleno.

Ma, credo che il negazionismo dovrebbe riandare a tutta la ideologia del nazismo per capire come essa avesse un unico sbocco,: l’eliminazione di tutti coloro che errano considerati inferiori.

Ma, soprattutto, l’ideologia della razza Ariana tendeva a qualcosa di diverso, che, solo seguendo la politica espansionistica del nazismo si potrebbe comprendere.

Non poteva esserci affermazione della razza, a prescindere dalla morte fisica di chi, secondo l’antico Testamento, erano considerati eletti da Dio.

Non potevano esserci, nel mondo, due razze elette e superiori: o l’una o l’altra; il nazismo sceglie la sua, come superiore a tutti.

Non poteva esserci affermazione se lo Stato nazista non si fosse impadronito delle ricchezze, delle banche ebraiche e del commercio ebraico.

Se così non fosse stato, se nella società nazista avessero convissuto ebrei e nazisti a costituire un borghesia fondata su due razze che si consideravano superiori, il popolo ariano mai avrebbe potuto realizzare la sua idea di razza superiore e mai avrebbe potuto organizzare l’economia, secondo i dettami nazisti, molto diversi dalle idee ebraiche.

Ma, soprattutto, mai avrebbe potuto basare la sua forza politica ed il suo convincimento sui giovani, se non attraverso l’ideologia della superiorità della razza ariana su tutte le altre, considerate inferiori.

E’ la stessa ideologia della razza superiore, quindi, che ci dà la spiegazione della necessità nazista di dovere eliminare gli ebrei.

Questa necessità si poteva realizzare solamente attraverso spazi e strutture finalizzate alla morte fisica e non solo psicologica.

I lager furono strutture di morte razionalizzate alla morte in modo scientifico e standardizzato.

Erano fabbriche della morte, in forma industrializzata; solo che il prodotto finale era la morte dell’uomo!!!!

Nessuna forma di negazionismo potrà mai abbattere le idee ed i fatti della Storia; perché alla base delle strutture e dei fatti e del male ci sono le idee, soprattutto, quando queste diventano ideologia, cioè, la fede che dava la vita alla politica del nazismo.

La fede ai principi della superiorità razziale, la cui affermazione si poneva come necessaria alla stessa sopravvivenza del popolo tedesco, la cui logica portava diritto alla fase finale, che, tradotta in azione, significava la morte di tutti gli ebrei, attraverso le strutture dei campi di lavoro, trasformati, dopo l’inizio della guerra, in campi di concentramento di morte o lager, per dare attuazione alla soluzione finale, in vista delle aumentate spese, a sostegno della guerra.

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